La società moderna ci impone sempre più uno stile di vita sedentario, con lo sguardo chino sui libri o proteso verso lo schermo del computer; oppure ore e ore alla guida dell’auto. Si tratta di posture che sempre più spesso assumiamo sul posto di lavoro. A chi non è capitato di tornare a casa dopo una lunga giornata lavorativa e accusare dolore e rigidità a schiena e spalle? Per non parlare di chi soffre abitualmente di dolore alla schiena, al collo e alle spalle. Ciò avviene senza neanche accorgercene, complice la fretta, lo stress, e una tendenza a dare per scontati alcuni semplici accorgimenti. La postura sul lavoro è un tema delicato, da trattare con la massima cura.

 

L’IMPORTANZA DELL’ERGONOMIA

Per ergonomia intendiamo un insieme di studi, scienze e tecniche che hanno come obiettivo il corretto adeguamento funzionale tra l’uomo e l’ambiente in cui vive o lavora. Si tratta di un tema molto discusso negli ultimi anni, considerando che il 25% dei lavoratori in Europa soffre di mal di schiena ed il 23% di dolori muscolari.

Particolarmente insidiose sono le situazioni in cui il corpo si trova ad assumere posizioni statiche per molto tempo, come nel caso del lavoro d’ufficio. Tuttavia, la corretta postura sul lavoro non riguarda solamente il lavoro sedentario, interessa anche quelle attività che prevedono movimenti ripetitivi e sollevamento pesi.

 

COME AFFRONTARE I DOLORI DA SMART WORKING?

Il lavoro d’ufficio è probabilmente l’attività che svolge gran della popolazione e che maggiormente espone allo sviluppo di problematiche dolorose. Le tante ore di lavoro al PC, con posture non sempre corrette, possono infatti provocare l’insorgenza di sintomatologie dolorose come cefalea, dolori al collo, sensazione di bruciore alle braccia o alle spalle: condizioni che possono portare a difficoltà nello svolgere le attività quotidiane e lavorative.

Qui entrano in ballo diverse situazioni di rischio: impegno lavorativo elevato e stressante, presenza di un ambiente di lavoro ostile con scarsa organizzazione, seduta senza possibilità di variazione, utilizzo elevato dei videoterminali, a questo si aggiungono fattori di rischio personali come il sesso femminile ed età compresa tra i 30 e i 50 anni.

La posizione del bacino e della colonna lombare durante la posizione seduta prolungata, come quella richiesta per il lavoro al computer, influenza fortemente la postura dello scheletro assiale fino a livello della regione cranio-cervicale. Spesso il paziente assume una posizione in flessione lombare che viene mantenuta a lungo, aumentando lo stress muscolare di tutti i muscoli estensori del rachide fino alla base della colonna cervicale.
Nel tempo, un aumento dello stress muscolare può portare a spasmi muscolari localizzati e dolorosi a cui si associa cefalea e lombalgia.

 

STRATEGIE PER LIMITARE I DISTURBI

Gli impiegati e chi lavora in smart working, con l’aiuto dei consigli del fisioterapista, possono beneficiare o prevenire i sintomi cervicali e lombari grazie a esercizi di rinforzo e di allungamento dei muscoli. Esercizi progettati per ottimizzare la postura sul lavoro, raggiungendo gradualmente la capacità di mantenere il complesso cranio-cervicale in posizione neutra durante le ore di attività lavorativa al monitor.

Ecco alcune indicazioni e consigli utili per una corretta postura sul lavoro (per chi passa molte ore alla scrivania):

  • fare delle pause ogni ora, ora e mezzo
  • fornirsi di una sedia ergonomica o usare un cuscino a livello lombare che aiuta a mantenere la fisiologica lordosi lombare
  • posizionare il monitor all’altezza degli occhi (se si ha un portatile si possono utilizzare dei libri per alzarlo)
  • regolare l’altezza della seduta in modo che gli avambracci siano paralleli alla scrivania e i piedi del tutto poggiati sul pavimento
  • eseguire esercizi di stretching, indicati dal fisioterapista, per allungare la muscolatura e rilassarla

SOLO IL LAVORO D’UFFICIO CAUSA DISTURBI MUSCOLO-SCHELETRICI?

Assolutamente no, sono infatti sempre più diffuse le patologie muscolo-scheletriche causate da lavori manuali pesanti e movimenti ripetitivi; queste derivano da condizioni di lavoro che comportano un sovraccarico biomeccanico per il rachide e gli arti superiori, dal mantenimento di posture scorrette o dal mancato rispetto dei principi ergonomici.

Nelle attività dinamiche in cui il corpo si grava di sovraccarichi, il rischio è di creare lesioni più o meno importanti a carico dei dischi intervertebrali, oppure generare infiammazioni a livello delle articolazioni vertebrali e delle spalle. Durante i movimenti, soprattutto la flessione, è importante considerare il lavoro muscolare delle braccia e delle gambe, che aiutano il sollevamento del peso e sono quindi fondamentali per alleviare un’eccessiva fatica a carico della colonna.

 

FARSI AIUTARE DAL FISIOTERAPISTA

In primo luogo, il fisioterapista può essere utile nel fornire al lavoratore consigli per un’adeguata prevenzione nell’insorgenza di disturbi muscolo scheletrici. In tale ambito, gioca un ruolo centrale l’educazione al corretto svolgimento delle mansioni e l’adozione di alcuni accorgimenti per il mantenimento di una corretta postura.

Oltre a ciò, il lavoratore può richiedere una consulenza fisioterapica nel momento in cui insorgono disturbi lavoro-correlati che impediscono lo svolgimento dell’attività lavorativa stessa e interferiscono negativamente con le attività quotidiane. Dopo un’approfondita valutazione, il terapista imposterà un programma di trattamento basato su terapia manuale ed esercizio terapeutico con l’obiettivo di ridurre il dolore e recuperare la funzionalità.

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