La capsulite adesiva della spalla, detta anche spalla congelata o frozen shoulder, è una patologia infiammatoria che determina un’alterazione della qualità e consistenza della capsula che si ispessisce perdendo la sua naturale elasticità provocando un forte dolore e una limitazione nei movimenti dell’articolazione, che con il tempovanno ad accentuarsi soprattutto di notte, spesso causa notevole frustrazione nel paziente a causa dei lunghi tempi di recupero.

TIPOLOGIE DI CAPSULITE

La limitazione data dalla capsulite è causata dall’alterazione dei tessuti molli come: retrazioni intra-articolari della capsula, dei legamenti e della componente muscolo-tendinea; aderenze della cuffia e del tendine del bicipite o extra capsulari e perdita elasticità tissutale.

La frozen shoulder può essere contraddistinta in due principali tipologie classificate primariamente da Reevs:

PRIMARIA o IDIOPATICA, attraverso esami anamnestici, clinici e istologici possiamo trovare più fasi d’evoluzione, in quanto questa patologia si sv

iluppa in maniera progressiva:

I^ FASE: o fase dolorosa ha una durata tra i 2-9 mesi durante la quale c’è la manifestazione del dolore persistente alla spalla, ma senza limitazione passiva del movimento. In questa fase la contrattura capsulare non si è ancora strutturata, ma è

il dolore a limitare i movimenti, questo è possibile vederlo con l’anestesia di plesso.

II^ FASE: fase della rigidità progressiva ha durata 3-12 mesi nella quale avviene una progressiva perdita di movimento passivo accompagnata sempre dal dolore che può rispondere poco sia agli antiinfiammatori che agli analgesici, può risultare necessaria quindi una terapia cortisonica per via orale o infiltrazioni, sempre di cortisonico intra-articolari. In questo stadio la perdita di articolarità raggiunge il massimo livello, il paziente andrà incontro a difficoltà nell’esecuzione di movimenti quotidiani attuando spesso dei “compensi” (con l’articolazione scapolo-toracica) e dolore alla muscolatura paravertebrale cervicale e lungo i muscoli trapezi.

III^ FASE: fase del congelamento ha durata 9-14 mesi, durante questo stadio il dolore si riduce a riposo e il paziente trova una “zona confort”, un arco di gradi che consente un minimo movimento, fuori da questo però ha ancora dolore. La contrattura capsulare è strutturata definitivamente. Qui possiamo vedere una differenza da paziente a paziente in quanto per qualcuno inizia la fase di scongelamento, per altri invece è necessario aspettare l’ultima fase.

IV^ FASE: fase dello scongelamento parte dai 12 mesi e può arrivare ai 10 anni al massimo durante la quale vi è un lento recupero del R.O.M articolare mediante FISIOTERAPIA e terapia antalgica.

SECONDARIA o spalla rigida post-traumatica, a differenziare le due c’è il fatto che di quest’ultima si riesce a risalire ad una causa e l’evoluzione che non sempre rispetta le fasi descritte sopra.

I fattori che determinano l’insorgenza di questa patologia sono:

Eventi traumatici e micro traumatici e l’immobilizzazione che ne consegue;

  • Post intervento chirurgici;
  • Tendinopatie calcifiche in fase acuta;
  • Dissenzione di linfonodi ascellari;
  • Cateterismo cardiaco o by-pass coronario;
  • Diabete mellito;
  • Affezioni della tiroide;
  • Affezioni neurologiche (come il morbo di Parkinson);
  • Disturbi della personalità;
  • Farmaci antiretrovirali.

Possiamo concludere che le spalle colpite da qualunque tipo di capsulite precedentemente descritto sono accomunate dalle stesse caratteristiche: dolore, sanguinamento e infiammazione associate ad un periodo di immobilità.

DIAGNOSI

La diagnosi di Spalla Congelata, è fondamentalmente clinica.

Inizialmente attraverso una visita ortopedica durante la quale lo specialista prende nota dei sintomi, e procede ad una valutazione funzionale muovendo la spalla nei piani di movimento, stimando il grado di dolore e soprattutto la limitazione articolare e attraverso test ortopedici, si andrà a valutare se si è dinanzi ad una capsulite secondaria a lesioni muscolari o tendinee, in quanto il dolore può provocare una impotenza funzionale e quindi una spalla congelata, o idiopatica. Verranno poi prescritte delle rx per evidenziare problematiche a carico dell’osso come artrosi, o la presenza di calcificazioni articolari che potranno essere integrate con ecografia e risonanza magnetica, per mettere in risalto una eventuale lesione tendinea, infiammazione dei tessuti o liquido articolare in eccesso.

TRATTAMENTO

Nella fase dolorosa della spalla congelata prevale la terapia con farmaci analgesici, antinfiammatori o steroidei, esclusivamente sotto controllo medico.

La fase riabilitativa della capsulite è molto delicata e specifica, sicuramente la procedura più efficace risulta essere l’allungamento, in modo da recuperare l’elasticità capsulare, si andranno a svolgere quindi esercizi di allungamento eseguiti a secco o in acqua e le mobilizzazioni passive eseguite dal fisioterapista.

La riabilitazione è condizionata dal grado di rigidità, di resistenza del tessuto, dalla soglia del dolore e dalla motivazione del paziente che dovrà essere avvisato e libero di scegliere quale percorso riabilitativo andare ad intraprendere tra:

  • Mobilizzazioni passive ed esercizi di allungamento;
  • Mobilizzazione in anestesia di plesso e successivamente terapia;
  • Intervento chirurgico di artrolisi artroscopica e terapia a seguire.

Qualunque sarà la scelta, e per quanto il percorso sarà difficile o lungo il paziente dovrà essere rassicurato che l’esito finale sarà positivo.

 

ARTICOLO SCRITTO DA

Martina Pascolini – cordinatore Spallacenter

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